Terapia intensiva, lotta senza fine
LA SOLIDARIETA'
Pordenone (c.a.) Imprenditori, artigiani, commercianti, piccole grandi associazioni e una miriade dei singoli cittadini. Con le loro donazioni la terapia intensiva ha potuto dare una risposta all'emergenza coronavirus. Al Dottor Tommaso Pellis s'incrina la voce quando tocca l'argomento "Questi soldi -spiega - valgono tre volte tanto. Arrivano da aziende che rischiano il fallimento, da persone che non hanno più la paga o che devono pagare il mutuo, per le quali 30 euro pesano come 30mila. Abbiamo ricevuto donazioni di 16 euro: è tutto ciò che potevano dare e lo hanno dato". Un ringraziamento "generico subito", un ringraziamento dettagliato verrà fatto pubblicamente non appena ci sarà il tempo di ricostruire la lista dei contributi. "Un valore inestimabile - afferma Pellis - Ci hanno dato orgoglio e forza di reagire. C'è la sensazione di non essere abbandonati e c'è la voglia di essere all'altezza". Il valore di queste donazioni? Sono stati acquistati i macchinari e le attrezzature più idonei alle esigenze, non quelli concepiti per le gare. C'è poi la solidarietà "manuale", se così si può definire, quella degli "amici degli amici". Un esempio? "mi mancava un attacco per l'ossigeno - racconta il dottor Roberto Bigai - Non potevo fare senza. E' arrivato un amico da Concordia Sagittaria: me ne ha fatti trenta".
C'è poi la "grande famiglia" dell'ospedale da ringraziare, dove, inevitabilmente scappa qualche nome, perchè la lista è lunghissima. Ci sono l'"ingegneria" di Maurizio RIzzetto e Monica Tajariol, l'ufficio provveditorato. Pellis cita poi i coordinatori di piattaforma infermieristica, senza i quali si incepperebbero turni e organizzazione: in primis Cinzia Castelalrin, Giudy GIordani che dirige pronto soccorso e 118 e Aurora Lot che dirige i blocchi operatori trasformati in terapia intensiva Covid e in subintensiva. ........
IL GAZZETTINO DI PORDENONE 8 APRILE 2020